Carlo Alberto Sitta (Medolla, 1940) negli Anni Sessanta ha praticato una poesia marcatamente sperimentale in senso visivo e gestuale, a cominciare da In/finito (Geiger, Torino 1968), seguita da Magnetodrome (Agentzia, Parigi 1971), fino al ritorno alla poesia lineare con Animazione (Torino 1974). Nel 1979 ha creato, a Modena, il “Laboratorio di Poesia”. Nel 1981, entro un recupero della scrittura in senso semantico, ha fondato la rivista di poesia «Steve» che tuttora dirige, e successivamente le «Edizioni del Laboratorio».
Ha vinto l’edizione 1984 del Premio internazionale “Eugenio Montale” per l’inedito con La sesta terra (Pref. di G. Guglielmi, Società di Poesia, Milano, 1985). Le successive raccolte, Il principe errante (Modena, Edizioni del Laboratorio, 1989) e L’anima virtuale (Book Editore, novembre 2000) confermano la sua tendenza lirica ed elegiaca. Ha collaborato, dagli Anni Sessanta in poi, fra le altre, alle riviste «Il Verri», «Il Caffè», «Uomini e idee», «Nuova Corrente», «Carte Segrete», «Change», «Tam Tam», «Invisible City». Ha scritto diversi saggi di critica letteraria e di critica d’arte. Ha curato numerose antologie di poesia contemporanea, fra cui: Le radici della poesia (Modena, 1986); La parola in catene (Roma, 1987); Il richiamo della poesia (Modena 1988); Il corso della poesia (Modena, 1990); Sotto osservazione (Ravenna, 1991); I nomi del fuoco (Modena, 1992), La casa (Modena, 1994); Il silenzio (Modena, 1996).
Dal francese ha tradotto poesie di Pierre Albert-Birot, Max Jacob e Jean Tardieu; il romanzo Caroselli di Jaques Henric; saggi di Gilles Deleuze e Patrick Boumard.