Leopoldo Bon è nato a Trieste l’8 agosto 1950. Nel 1994 si è trasferito a Modena come Professore Ordinario di Fisiologia Umana. Attualmente vive a Trieste dove sviluppa a pieno titolo l’interesse per l’arte.
Tale interesse è il risultato di tre fattori: l’educazione per l’arte infusa dallo zio, pittore informale triestino; l’uso in giovanissima età della macchina fotografica indotto dal padre; l’attività di ricerca sperimentale sulle funzioni cerebrali inerenti il controllo oculomotorio e sui processi visivi e cognitivi ad esso correlati, svolta sia presso l’Università di Trieste, sia presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Durante il periodo triestino Bon seguì tre stages: uno a Parma, uno all’NIH e uno all’University College. Nello stesso periodo vinse, come visiting scientist al MIT (Departement of Brain and Cognitive Sciences, Cambridge-U.S.A.) una borsa di studio internazionale della McDonnell-Pew Foundation in un progetto vertente sule Neuroscienze Cognitive.
Con l’era digitale gli fu possibile usare il computer e non la camera oscura che aveva abbandonato da moltissimi anni, in quanto aveva scelto di perseguire il lavoro di ricerca e di didattica a livello universitario.
Come detto in altre occasioni, Bon usa la macchina fotografica come un pittore usa il pennello. In altre parole, ha voluto cambiare i termini funzionali dell’apparecchio fotografico rendendolo più simile ad uno strumento di espressione creativa che ad un mezzo tecnologico riproducente una copia esatta della natura. In tutti i suoi lavori di ricerca artistica precedenti, come viene citato da Evola in “Watch and Image”: “tutto ciò che vediamo non è vero, si disperde, se ne va. La natura è sempre la stessa ma nulla resta di lei di ciò che ci appare”.
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