Il jazz arrivรฒ a Modena negli anni Venti del Novecento e fu subito amore al primo suono: il successo del jazz รจ legato alla sua natura nel periodo tra le due guerre, perchรฉ il jazz era musica da ballo e musica da intrattenimento, e proprio ballo e intrattenimento erano passatempi amatissimi dai modenesi (diciamo pure, anche dagli italiani). Un amore che attraversava tutte le classi sociali, almeno quelle che potevano permettersi i soldi per un biglietto di entrata, e che era superato solo dalla passione per il cinematografo.
Come ha scritto Adriano Mazzoletti โIl jazz era di moda. Forse piรน la parola che la musica. Se, prima del 1924, la stampa aveva indirizzato frecciate verso la musica americana, dopo il 1924 vi fu unโinversione di marcia. Il regime fascista non si era ancora espresso su di essa: veniva considerata musica da ballo e basta e il ballo era di gran moda presso i gerarchiโ.
A Modena, seppelliti i morti della Prima Guerra Mondiale e assorbita lโascesa al potere del fascismo, la borghesia voleva solo divertirsi, come accade quasi sempre e quasi ovunque nel mondo. Veglioni danzanti, ma anche matinรฉe e pomeriggi musicali, sono organizzati dal Circolo della Stampa, dalla societร Panaro, dalla neonata Canottieri, dal Dopolavoro Impiegati o da quello Ferrovieri, al Club Azzurro, a Palazzo Solmi, allโhotel Regina e al nuovo cinema Giardini. E, soprattutto, al Tersicore, che sorgeva in via Malmusi, dove fu rimpiazzato nel secondo dopoguerra dal cinema Olympia, dopo una totale ristrutturazione.
Il libro di Roberto Franchini racconta le vicende di questa musica e dei suoi musicisti lungo lโarco di cento anni, arrivando fino ai nostri giorni. Nella prima parte, lo fa seguendo la corrente dei decenni, dalla fine della Prima Guerra Mondiale sino agli anni Novanta: vi si trovano le orchestre che accompagnavano le compagnie di varietร e di avanspettacolo sul palcoscenico del teatro Storchi, i musicisti italiani piรน popolari, come Gorni Kramer e Cosimo Di Ceglie, gli artisti stranieri che facevano tappa in cittร nei loro tour. Nella memoria degli appassionati e nelle cronache giornalistiche rimane una traccia indelebile del concerto di Louis Armstrong domenica 18 dicembre al Comunale di Modena, ma la cittร aveva ospitato un anno prima un festival italiano, che aveva visto esibirsi i migliori artisti tricolori. Nel libro scorrono i nomi di Earl Hines, Chet Baker, Lionel Hampton, Gerry Mulligan, Herbie Hancock, Gil Evans, fino a Keith Jarrett e Ornette Coleman.
โMi sono permesso parecchie divagazioni, – afferma lโautore -soprattutto sulla cultura e lo spettacolo a Modena. Per raccontare il jazz a Modena ho dovuto raccontare, certo velocemente, i balli e i locali per ballare, le feste danzanti e i ritrovi popolari. Ho dovuto rievocare spesso il varietร e lโavanspettacolo, ho accennato ai grandi solisti di musica classica e alle orchestre piรน importanti che avevano in ostaggio il palcoscenico del teatro Comunale, poi militarizzato dalla prosa. Soprattutto, ho raccontato come il jazz sia stato sul punto di divenire la musica dei giovani ma sia stato bruciato in velocitร dal rock and roll e da tutto ciรฒ che รจ venuto dopo: a Modena รจ una mutazione che si consuma tutta nellโarco di otto anni, dal concerto di Armstrong al Teatro Comunale nel dicembre del 1955 a quello di Adriano Celentano del 1963, al palasport di viale Molzaโ.
Nella seconda parte del volume sono presentati capitoli dedicati a luoghi, festival, tematiche e iniziative degli ultimi ventโanni, quali il teatro Comunale, il festival di Vignola Jazz in โIt, il luminoso periodo del Baluardo, la rassegna Le vie dei suoni sullโAppennino, lโattivitร del Modena Jazz Club.
Due capitoli sono dedicati al pianista Pippo Casarini e alla New Emily Jazz Orchestra; completa il tutto un piccolo dizionario biografico di alcuni degli artisti oggi in attivitร .
Il libro รจ arricchito da piรน di cento immagini, in bianco e nero e a colori, di musicisti, concerti, manifesti, locandine, cartoline promozionali degli artisti; molte di queste immagini sono rare o poco viste, di particolare interesse sono alcuni disegni di Mario Molinari, pubblicati negli anni Trenta sulla Settimana Modenese.
Federico Reggiani –
Il testo si presenta come una completa raccolta documentaristica sulla nascita del jazz a Modena, dalla storia delle origini all’elenco meticoloso di artisti che hanno performato nella cittร . Stupito dal lavoro monumentale di Franchini, ne consiglio vivamente la lettura ad ogni amante del genere.
Chiara –
Da appassionata di jazz non potevo non adorare questo bellissimo libro!
Vittoria –
Molto interessante e dettagliato!! Racconta in maniera meravigliosa i vari eventi jazz nel nostro territorio e i tanti artisti che si sono esibiti negli ultimi cento anni.
Marco –
Consiglio questo libro a tutti gli amanti del jazz!! io amo questo genere ma non ero a conoscenza di tutti questi eventi e concerti che si sono susseguiti qua a Modena e neanche di come si fosse diffuso il Jazz nel nostro territorio. Consigliatissimo!!!!
Greta –
ottima lettura che racconta la storia e il successo che ha avuto il jazz a Modena dettagliatamente. Consigliato